Giungendo dalla vicina Casa Micheletto, il sentiero delle Antiche Orme conduce fino a “Le Grazie”, una casa abbandonata da decenni, ma che da sempre esercita un fascino magico dovuto alla leggenda delle fanciulle che, in passato, vi abitarono. Si narra, infatti, che qui vivessero tre bellissime sorelle la cui bellezza era conosciuta al di fuori della valle ed era motivo di pellegrinaggio di curiosi e baldi giovani che qui giungevano per ammirarle e/o sperare di averle in sposa. Tale era la loro avvenenza che questa borgata ben presto fu rinominata “Le Grazie”. Nessuno ricorda l’esito di questi pellegrinaggi, pertanto, si invita il nostro attento e curioso lettore ad immaginare un finale per questa vicenda, senza escludere che, magari, le tre bellissime grazie potessero essere, in realtà, tutt’altro che affascinanti. Di fronte e intorno alla casa, si innalzano molti abeti maestosi che regalano una piacevole ombreggiatura al sentiero che, a Sud, collega questo casolare a quello della Fatalcina.
Il podere delle Grazie, con relativa abitazione bifamiliare, che era proprietà dei Galassini di Pieve, e dove dimorava un ceppo die Brugioni, fu acquistato, all'epoca della prima guerra mondiale, da due fratelli Barbati (Antonio e Giuseppe), di ritorno dall'America, con i risparmi ottenuti dal lavoro in miniera. A guerra finita i due fratelli vi si stabilirono e ciascuno diede vita al proprio nucleo familiare. Ma la sorte fu crudele: una delle due coppie morì in breve tempo, lasciando un fratellino ed una sorellina orfani, i quali, appena raggiunto un minimo di età, come usava a quei tempi, si trasferirono a fare il garzone e la ragazza di servizio. Nel frattempo, il vicino casolare di Casa Bottega, veniva abitato da un solo nucleo familiare di pastori, unicamente d'estate. La famiglia superstite delle Grazie rimase sola ed isolata dal resto dei paesani. Resistettero a lungo al senso di solitudine, alla paura dell'isolamento, alle abbondanti nevicate, ma i tre figli crescevano tristi, timidi e spaesati, cosicché nel 1935 si trasferirono alla Chiesa e la casa delle Grazie non fù più abitata in maniera stabile.
Il progetto, in collaborazione con l'ente PARCHI DELL'EMILIA CENTRALE si estende sul territorio attraverso tabelle tematiche dislocate nei casolari o lungo i sentieri che collegano le varie borgate
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