Qual è il rione più antico di un paese? Di solito lo si identifica con la zona centrale, dove sono presenti i principali esercizi commerciali e gli edifici di culto. È da qui, infatti, che, a fronte di un’eventuale crescita demografica, ha inizio l’espansione edilizia verso le aree periferiche. Nella Valle delle Tagliole, la domanda potrebbe non avere una chiara risposta perché le varie borgate sono fra loro distanti, intervallate da campi e boschi, il che impedisce di delineare una direzione di espansione dai primi insediamenti. Dando credito alle cronache del tempo, c’è comunque motivo di credere che alcune borgate, al limite superiore della Valle possano essere contemporanee o addirittura antecedenti al borgo centrale. La Cà è fra i casolari più distanti dal centro e più vicini al Lago Santo.
Il casolare è situato a circa tre chilometri dal paese di Tagliole e si trova in una posizione panoramica da cui è possibile ammirare tutta la vallata. L’unica strada carrozzabile che lo può raggiungere parte dal campo sportivo e sale dolcemente fino alla Piana di Casa Matteo e al Borrone. Qui la strada diventa improvvisamente ripida e fiancheggia una calcinaia abbandonata, formata da un vecchio forno a forma di cono, che veniva usata, un tempo, per la cottura delle pietre. Dopo la curva, la strada ritorna quasi pianeggiante fino a Casa Cassettai e poi a La Cà, dove termina. Attualmente il casolare è costituito da due agglomerati con tre abitazioni e due capanne diroccate in cui, un tempo, vivevano i Cassai, soprannominati Marchionni e i Serafini, divisi in Pliĉĉia, Paroo e Pocapolenta. Probabilmente il casolare prende il nome dall’abitazione più grande nella cui facciata, ad est, è incisa una scritta riportante la probabile data di costruzione (D.C.A.D. 1846, ossia Domenico Cassai fece Anno Domini 1846). Dal casolare parte un sentiero di collegamento con Casa Serra, in molti punti oramai non più percorribile, e una mulattiera, ancora in buona parte agibile, che era la strada che, un tempo, permetteva ai nobili di raggiungere a dorso di mulo il Lago Santo, dove trascorrevano la loro villeggiatura. La parte di sentiero attualmente percorribile conduce al Monte Nuda e, dal lì, ai monti Giovo e Rondinaio.
Il progetto, in collaborazione con l'ente PARCHI DELL'EMILIA CENTRALE si estende sul territorio attraverso tabelle tematiche dislocate nei casolari o lungo i sentieri che collegano le varie borgate
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